Cemento, mattoni, terreno edificabile, progettisti, gru, betoniere, muratori, fabbri, carpentieri… Sono questi le voci che vengono subito in mente quando si pensa ai costi per costruire una casa, quando si tenta di capire se l’impresa che ci sta vendendo un edificio ( o l’agenzia immobiliare incaricata della vendita) ce lo sta facendo pagare il giusto prezzo, oppure se al “valore reale” che quell’edificio può avere, è stato aggiunto un ricarico ingiustificato, uno di quelli, tanto per intenderci, che negli anni d’oro del mattone hanno reso milionari (e prima dell’euro, con la lira, miliardari…) moltissimi “palazzinari”. Ma valutare i costi di costruzione di un edificio utilizzando solo quelle voci sarebbe un errore madornale, perché significherebbe dimenticare la “spesa” più pesante: i costi della “politica”, le cifre, spesso assolutamente spropositate e ingiustificabili, che le amministrazioni pubbliche chiedono per rilasciare tanti bei pezzetti di carta che autorizzano quel cantiere.
Un terreno edificabile costa 250mila euro? Il Comune ne chiede altri 100mila…
In altre parole “tasse” che fanno lievitare paurosamente il costo finale di una casa, costringendo chi acquista a “pagare”, insieme a pareti e pavimenti, scale e tetti, porte, finestre e terrazzi, una burocrazia inutile, folle, lenta e soprattutto, nonostante tutto questo, carissima. A calcolare quanto incide la “politica” nella costruzione di una casa ci ha pensato Case & Terreni 2014, l’Osservatorio immobiliare di Bergamo e provincia realizzato da Appe Confedilizia Bergamo in collaborazione con l’Eco di Bergamo (acquistabile in tutte le edicole in abbinamento al quotidiano) che, progetti e preventivi alla mano (presi direttamente in cantiere) mostra come oggi costruire una casa da parte di un’impresa sia diventata … un’impresa difficilissima, spesso impossibile? “Uccidendo”, a copi di decine e decine di migliaia di euro per avere dei pezzi di carta, un settore da sempre trainante per l’economia bergamasca, facendo chiudere centinaia di società, lasciando a piedi migliaia di lavoratori. Leggere la tabella proposta da Case & Terreni 2014 lascia allibiti: per 250mila euro di costo di un terreno edificabile dove realizzare poche villette a schiera, il costo della burocrazia è di oltre 100 mila euro. E ai costi totali di costruzione, previsti, nel caso preso in esame, in 800mila euro circa, ne vanno aggiunti 350mila da versare nelle casse dei Comuni. Che, spesso, per dare quelle autorizzazioni, fanno aspettare anche anni, aggiungendo al danno la beffa…
Va bene mettere sotto accusa i politici (ormai è lo sport più popolare…), va bene difendere chi fa impresa, ma non dimentichiamoci che le imprese di costruzioni ci hanno “marciato” per anni, guadagnando soldi a palate. Ci sarà un motivo per cui palazzinari non è esattamente un termine di cui andar fieri… Hanno sempre pagato gli amministratori (magari anche con qualche extra se la pratica prendeva una scorciatoia….) e solo adesso, messi in ginocchio dalla crisi, scoprono quanto sia esoso il Comune e quanto incidano le spese di burocrazia sul costo finale? Prima lo caricavano e basta (tanto a pagare era il povero cliente…).
Tutto costerebbe la metà senza quei ladri dei politici. Rinchiudiamoli in galera e diventeremo come d’incanto il Paese di Bengodi!
Porca vacca, compro una casa (con i sacrifici di una vita) la pago 300mila euro e adesso scopro che 100mila e passa li ho pagati non per comprare mattoni, cemento, legno, i progetti di un architetto,il lavoro, spesso infame, sotto il sole cocente e la pioggia o la neve, dei muratori, il costo del terreno su cui è stata costruita, ma per pagare dei parassiti come i politici che non hanno mai fatto un sacrificio in vita loro? Mi spiace dirlo perchè lo stimo meno di zero e mi ispira sicurezza come un serpente a sonagli, ma temo abbia ragione quell’ex comico che (forse perchè nessuno andava più ai suoi spetrtacoli?????) è dato alla politica… Tutti a casa!!!!!!!!!!!!
Sindaci, tagliate il 90 per cento dei costi della burocrazia per le ristrutturazione: avrete un sacco di gente che rifarà le facciate delle case, le migliorerà sotto il profilo energetico, renderà più bella la città. Cosi’ farete ripartire l’edilizia, ridarete lavoro a un sacco di gente. Certo, ridurrete ai minimi termini le entrate per le casse comunali, ma riflettete: per quello che fate il 10 per cento è già fin troppo e comunque se nessuno ristruttura le entrate saranno zero!
A parte le pesanti dichiarazioni fatte in diverse occasioni da Corrado Sforza Fogliani, presidente di Confedilizia, che non ha evidentemente timori reverenziali nei confronti della casta politica, non ho letto altre prese di posizione. In particolare delle associazioni di costruttori, usciti allo scoperto solo quanto il mattone era crollato e quando ormai non avevano più nulla da perdere. Prima gli andava tutto bene? Tanto pagavamo noi…